Nell’ambito scientifico, le Considerazioni cosmologiche di Einstein (1917) segnano una tappa importante: sono un tentativo di pensare il cosmo, anziché, semplicemente (metodicamente), di pesare la materia e di misurare le cose. Ma, anziché commentare quel trattato, preferisco, nel contesto di cui ci occupiamo, immergermi nel fondo psicologico del uomo Einstein, individuando nella sua corrispondenza (in particolare, con Max Born) certe frasi che evidenziano una problematica intima, un interrogarsi esistenziale e uno spazio di pensiero (e di esistenza) al di là della “ricerca”.